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Salvadori, Giùlio.

Scrittore, poeta e critico italiano. Formatosi alla scuola di Carducci e influenzato dall'amicizia con D'Annunzio, esordì come poeta nel 1882 con la raccolta Minime. Collaborò come critico letterario con diversi periodici letterari tra cui “Cronaca bizantina”, “Domenica letteraria”, “Fanfulla della Domenica” e “Domenica del Fracassa”. I suoi lavori denunciavano la forte impronta carducciana e l'adesione alle teorie positivistiche e darwinistiche, veicolate attraverso una costante ricerca di rinnovamento e progresso. Trasferitosi ad Ascoli Piceno nel 1884, si dedicò all'insegnamento nella scuola secondaria superiore; nel 1885, dopo aver attraversato un lungo periodo di riflessione e di crisi spirituale, maturò la conversione al Cattolicesimo che improntò il resto della sua vita, sia di uomo sia di letterato. Ne sono testimonianza opere come il Canzoniere civile (1889), nel quale vengono riproposti alcuni momenti fondamentali nella storia della cristianità, e Ricordi dell'umile Italia (1918). Nel 1923 gli fu affidata la cattedra di Letteratura italiana all'Università Cattolica di Milano, incarico che mantenne fino alla morte. Tra le altre sue opere ricordiamo: La poesia giovanile e la canzone d'amore di Guido Cavalcanti (1895), Sulla vita giovanile di Dante (1901), Ricordi di San Francesco d'Assisi (1927). Dopo la sua morte furono pubblicati tre volumi di Liriche e saggi (1933) a cura di L. Calcaterra. Nel 1957 ebbe inizio il processo di beatificazione (Monte San Savino, Arezzo 1862 - Roma 1928).